sabato 25 febbraio 2017

Fascite plantare, cure



Esiste un insieme di trattamenti di semplice attuazione che combinati aiuteranno a risolvere il problema di una fastidiosa fascite plantare, la maggior parte potranno essere eseguiti tranquillamente a casa, la cosa importante però è la costanza con cui andranno applicati per fare il loro dovere.

Il riposo è la base per il trattamento ed è fondamentale per poter controllare al meglio l'infiammazione.





Per aiutare la guarigione ci sono alcuni semplici trattamenti che adesso andremo a vedere.


Generalmente questi accorgimenti portano al miglioramento entro 4-8 settimane, fondamentale è iniziare i trattamenti tempestivamente, non curare la patologia porterà alla cronicizzazione oltre a modificare il modo di appoggiare il piede per evitare o cercare di alleviare il dolore provocando nel lungo periodo danni e complicazioni alle ginocchia, al bacino e fino ad arrivare alla schiena.


Riposo


Per alleviare il dolore e l'infiammazione è consigliabile il riposo e la sospensione per qualche settimana degli allenamenti, oltre che evitare lunghe camminate o stazionare a lungo in piedi soprattutto su superfici rigide.

Il dolore non va ignorato perché può portare a una cronicizzazione della patologia rendendo molto più lunga la risoluzione e difficile il trattamento.


Ghiaccio



Applicare del ghiaccio per tre o quattro volte al giorno è utile perché attenua il dolore alla pianta del piede e al tallone. Un sacchetto del ghiaccio applicato alla zona si rivela in questo caso molto utile.


Farmaci Antinfiammatori

Per ridurre l'infiammazione vanno bene sia antiinfiammatori locali che assunti per via orale.
Esercizi di Allungamento
Fare esercizi di stretching servirà a distendere i tessuti favorendo la guarigione.


Plantari 

I plantari sono utili per alleggerire la pressione sulla zone infiammata diminuendone le sollecitazioni e il dolore alla pianta del piede. Grazie a questi plantari spesso si riuscirà a eseguire le normali mansioni senza provare dolore.

Tutori 




Uno dei sintomi maggiormente fastidiosi di una fascite plantare è il dolore appena si scende dal letto la mattina, causato da un rilassamento e accorciamento dei tessuti fibrosi. questi tutori, da utilizzare durante il sonno, aiutano a mantenere distesi i tessuti fibrosi che formano la volta plantare durante il riposo.


Una pratica che si è rivelata utile nel 75% dei casi è l'iniezione di cortisone, utile per ridurre l'infiammazione. Questa pratica però non è esente da rischi e può atrofizzare il cuscinetto adiposo che protegge il tallone e portare a un indebolimento generale della fascia plantare. Il medico potrebbe optare per questa tecnica nei casi in cui il dolore al tallone persista dopo mesi nonostante l'applicazione delle tecniche precedentemente elencate.


Altre terapie che si sono rivelate utili e efficaci per aumentare la velocità di rigenerazione dei legamenti sono gli ultrasuoni e le onde d'urto

Le onde d'urto provocano dei traumi all'interno della fascia plantare aumentando la capillarizzazione locale ed il metabolismo cellulare favorendo il processo di riparazione del tessuto.

Per mantenere i progressi raggiunti con le terapie è comunque necessario e consigliato continuare gli esercizi di stretching e allungamento e soprattutto scegliere calzature corrette per l'attività che si andrà a svolgere che dovranno essere in grado di sostenere al meglio il piede e avere una suola della giusta durezza, magari opportunamente corretta con l'inserzione di un plantare che protegga il tallone e esegua una funzione di riequilibrio della distribuzione dei carichi sulla pianta.


La chirurgia è l'ultima spiaggia, da utilizzare quando tutti i trattamenti precedenti si sono dimostrati inefficaci, come tutti gli interventi ci sono dei rischi.



Nel caso l'intervento abbia successo la ripresa delle attività sportive avviene generalmente dopo due o tre mesi di recupero.

Approfondimenti : https://www.facebook.com/staffMedicinaFisica/app/208195102528120/ 

Tratto da http://www.my-personaltrainer.it/fascite_plantare.html

Fascite plantare

Fascite Plantare cos'è e come trattarla

Quando ci si riferisce alla fascite plantare si parla di un problema che affligge circa il 10% della popolazione e che la maggior parte delle persone ne sperimenta almeno una volta nella vita i sintomi.

Questa della fascite plantare è uno dei problemi più diffusi e maggiormente trattati negli specialistici. La parte che viene colpita è il piede, causando dolore alla pianta del piede che generalmente si sviluppa come un dolore al tallone ma che si può estendere su tutta la pianta del piede e in base alla gravità propagarsi fino alle dita senza però coinvolgerle. Stiamo parlando di un'infiammazione che interessa la fascia plantare, un' insieme di fibre che si trova alla base della pianta del piede e unisce il tallone con l'estremità del piede.




La fascia plantare è fondamentale nei movimenti più comuni come la deambulazione, la corsa, i salti e ha lo scopo di trasmettere la spinta dai muscoli fino alla punta del piede per permettere il movimento. Essa si allunga e accorcia durante la deambulazione. Essendo una parte del corpo molto utilizzata è facile che si usuri e sia soggetta a infiammazioni. Le continue sollecitazioni sono infatti la causa dell'infiammazione della fascia plantare e più esse sono intense e più possono portare alla lesione delle fibre di cui è composta. Continui movimenti provocano delle microlesioni alle fibre e solitamente sono innocue ma dato il lungo tempo necessario per rigenerarsi, se a causa della ripetizione dei movimenti la quantità di fibre rotte aumenta, si ha lo sviluppo dell'infiammazione e la fascia si sfibra. Assume importanza anche li intensità della sollecitazione applicata, infatti, ad esempio un movimento come un salto applica grandi stiramenti alla fascia e può rompere molte più fibre rispetto a movimenti più leggeri come la deambulazione.

 Fatte queste premesse si capisce che le persone più soggette sono gli sportivi come i podisti che percorrono lunghe distanze, i calciatori, gli sport che prevedono salti e movimenti sulle punte come la danza classica. Anche le persone che non fanno queste attività possono comunque essere interessate, infatti lavori molto attivi o che necessitano di passare molto tempo in piedi possono portare all'infiammazione della fascia plantare. Anche l'obesità è una causa, questo perché tutto il peso in eccesso va a applicare una forza sul piede. 

E' consigliato utilizzare calzature adeguate al tipo di attività che si ha intenzione di svolgere, infatti scarpe che non sostengono bene il piede, che hanno una suola troppo dura o morbida o che sono delle dimensioni sbagliate, troppo strette o troppo larghe, possono portare a problemi di infiammazione. Solitamente i sintomi principali sono dolore al tallone e alla pianta del piede che compare soprattutto al risveglio, quando si muovono i primi passi scendendo dal letto, oppure dopo lunghi periodi di inattività in cui si rimane a lungo seduti o sdraiati. Il motivo è che in questi casi la fascia si rilassa e si accorcia e nel momento in cui andiamo a utilizzarla, non essendo elastica come al solito, farà fatica ad allungarsi durante i passi e questo porterà al dolore. Dopo i primi passi però la fascia inizia a lasciarsi andare riprendendo la sue elasticità, per questo motivo si avrà un alleviamento del dolore. Il dolore solitamente scompare durante l'attività fisica per poi ricomparire al termine di essa e a fine giornata o dopo una lunga camminata. anche se il dolore scompare durante l'esercizio, è comunque consigliato stare a riposo e eseguire attività alternative perché la situazione potrebbe peggiorare fino ad arrivare alla completa rottura della fascia che solitamente è avvertibile come un rumore simile a uno schiocco e un immediato e molto intenso dolore che impedisce di continuare qualsiasi attività che era in corso.


 La diagnosi della fascite plantare avviene tramite visita da uno specialista che valuterà l'anamnesi del paziente tramite domande e palperà la zona per trovare più precisamente la zona interessata e se è presente del gonfiore. Farà poi eseguire dei semplici movimenti per verificare la funzionalità del piede. Solitamente questo tipo di analisi è sufficiente, ma in alcuni casi potrebbe essere richiesta una radiografia o TAC per escludere altre patologie.


 IL trattamento prevede riposo, applicazione di ghiaccio per ridurre il gonfiore, alcuni tipi di massaggi possono essere utili per alleviare il dolore, questo nei casi più lievi. Se la patologia è di carattere più acuto sarà lo specialista a guidarvi verso le metodologie di cura più adatte per la guarigione e sugli esercizi utili per recuperare. E' importante non prendere alla leggera la malattia perché si allungherebbero i tempi di guarigione e potrebbe degenerare fino alla completa rottura della fascia o alla formazione di una spina calcaneare.

terapia e dolore nelle onde d'urto

terapia onde d'urto
Terapia onde d'urto


Dopo un inizio in cui  le terapie onde d'urto seguendo normative sulla salute venivano utilizzate in sostituzione alla chirurgia nella rimozione dei calcoli renali, grazie ad alcune osservazioni effettuate nei soggetti trattati, si ipotizzò che potessero essere utilizzate anche in altre patologie.

In particolare si notò come le onde d'urto potessero essere di aiuto per favorire la riparazione e la consolidazione delle fratture e come accelerassero e favorissero i processi di guarigione nei tessuti come i tendini.

onde d'urto fanno maleL'onda d'urto fisicamente è composta da un'onda acustica con una forma particolare; essa presenta un fronte di salita molto ripido e veloce e un fronte di discesa leggermente più lento ma comunque molto rapido. Quello che si crea è uno spike, che è essenzialmente un impulso che è in grado di trasportare una grande quantità di energia.

Quest'onda creata viene poi convogliata attraverso la pelle e raggiunge la zona da trattare; La quantità di energia varia in base al trattamento necessario me comunque, secondo alcuni standard, non può superare determinate soglie.

Le onde d'urto sono fanno male
Generalmente durante un applicazione, il paziente sente un fastidio o lieve dolore ma molto sopportabile. La dolorosità delle onde d'urto è comunque proporzionale alla zona in cui vengono applicate e al tipo di trattamento che viene eseguito non che alla quantità di energia che viene utilizzata. In alcune parti del corpo e soprattutto per risolvere alcune patologie, le onde d'urto possono risultare molto dolorose e per questo in alcuni casi si ricorre a lievi anestesie.


I vantaggi delle onde d'urto sono:
La possibilità di sostituire la chirurgia in molte patologie e il vantaggio di non essere invasive.
-solitamente necessitano di solo 3 o 4 cicli di applicazione per fornire i benefici
Le onde d'urto hanno pochissime controindicazioni o effetti collaterali e spesso, in caso di effetti collaterali, questi sono di una rilevanza bassissimi e si risolvono da soli.

Chi può applicarle?
Le la terapia a onde d'urto può essere eseguita solamente da personale specializzato, come fisiatri o ortopedici, però viene eseguita semplicemente nello studio medico.



dopo quanto si vedranno i benefici

I benefici derivanti da questo trattamento possono anche comparire già dalle prime applicazioni, però solitamente sono necessarie alcune settimane di tempo prima di notare dei miglioramenti, questo perché il principio delle onde si basa sulla creazione di processi biologici che impiegano del tempo prima di innescarsi completamente.




Controindicazioni

Fino ad ora, le controindicazioni sull'utilizzo delle onde d'urto sono assai ridotte, le uniche sono la presenza di gravi patologie della coagulazione come l'emofilia, questo perché potrebbero portare alla formazione di ematomi intraarticolari. Esistono altre altre controindicazioni legate a patologie neurologiche sistematiche, la presenza di neoplasie e è sconsigliato l'utilizzo in done in gravidanza e nei giovani che non hanno ancora raggiunto la maggior età perché i loro nuclei di ossificazione non sono ancora saldati

Come effetti collaterali si sono osservati alcuni casi di formazione di ecchimosi